Centro di ascolto vicariale
I DATI 2019
Durante il 2019 nei 34 Centri d’Ascolto della Diocesi si sono presentate 7.270 persone di cui 5.404 sono state prese in carico, 1.865 sono state le persone che hanno ricevuto solo informazioni veloci o che non hanno accettato o non hanno potuto seguire un progetto di promozione sociale. Le persone aiutate anche con un contributo economico sono state 3.795, il 70,2% del totale delle persone prese in carico.
Per tutti la presa in carico ha comportato un lavoro complessivo di coinvolgimento di risorse pubbliche e private, l’incoraggiamento all’attivazione di tutto il potenziale della persona e della famiglia anche con l’individuazione di possibilità di formazioni professionali.
Rispetto allo scorso anno il numero delle persone aiutate anche economicamente è diminuito del 6,7%. La diminuzione è un dato comune a tutte le regioni ecclesiali italiane dove, mediamente, è stata del 10% circa. Questo non significa che la povertà sia diminuita: il numero delle persone prese in carico rimane molto elevato. In uno Stato che non cresce demograficamente, anche lo zoccolo duro del disagio sociale non può aumentare più di tanto. Ma parallelamente si osserva che non è diminuito il numero medio degli ascolti per persona e il tempo dedicato a ciascuno: mediamente 4,5 ore di ascolto all’anno per persona, escluse eventuali attività di distribuzione o di colloqui con assistenti sociali. Ciò può significare che non è diminuita la gravità delle situazioni.
La ripartizione per voci di spesa è sostanzialmente uguale a quella degli anni precedenti. L’uscita per il sostegno all’abitare (affitto, amministrazione, utenze) è pari al 65,6% del totale delle uscite: il problema alloggiativo è la principale fonte di disagio economico delle famiglie.
L’anagrafica delle persone ascoltate
Quest’anno, per la prima volta, gli uomini hanno superato le donne con il 50,2% delle presenze. 10 anni fa la presenza maschile raggiungeva appena il 30%: dal 2007, anno in cui si intende l’inizio della crisi economica, ha cominciato a crescere significativamente. Gli stranieri sono il 49% circa e la loro presenza non è mai stata superiore al 50%. Di questi il 4,6% è costituito da persone anziane. Le persone anziane, sul totale delle persone ascoltate, sono poco meno del 12%. Molte di queste chiedono aiuto per i figli. Il 91% delle persone ha un carico familiare, spesso figli adulti e disoccupati.
Quest’anno, per la prima volta, gli uomini hanno superato le donne con il 50,2% delle presenze. 10 anni fa la presenza maschile raggiungeva appena il 30%: dal 2007, anno in cui si intende l’inizio della crisi economica, ha cominciato a crescere significativamente. Gli stranieri sono il 49% circa e la loro presenza non è mai stata superiore al 50%. Di questi il 4,6% è costituito da persone anziane. Le persone anziane, sul totale delle persone ascoltate, sono poco meno del 12%. Molte di queste chiedono aiuto per i figli. Il 91% delle persone ha un carico familiare, spesso figli adulti e disoccupati.
Le richieste e i bisogni rilevati
Le richieste più frequenti presso i Centri di Ascolto riguardano l’aiuto economico per il pagamento di utenze/affitti e lavoro. Si è osservata anche una crescente rinuncia alle cure mediche non strettamente necessarie, come il dentista o la fisioterapia. La fragilità psicologica delle persone, purtroppo, è sempre più rilevata, talvolta in modo veramente grave e risulta uno degli ostacoli più ingombranti per poter fare, in rete con le risorse del territorio, un progetto di promozione sociale della persona.
Le richieste più frequenti presso i Centri di Ascolto riguardano l’aiuto economico per il pagamento di utenze/affitti e lavoro. Si è osservata anche una crescente rinuncia alle cure mediche non strettamente necessarie, come il dentista o la fisioterapia. La fragilità psicologica delle persone, purtroppo, è sempre più rilevata, talvolta in modo veramente grave e risulta uno degli ostacoli più ingombranti per poter fare, in rete con le risorse del territorio, un progetto di promozione sociale della persona.